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Venerdì, 04 Ott 2024

Case History

Un’ azienda di lavorazione marmi e graniti a conduzione famigliare, un’eccellenza artigiana piemontese, amplia la sua produttività ampliando l’area dedicata alla produzione ed assumendo alcuni dipendenti. l’azienda è posizionata su un terreno di proprietà in un’area relativamente isolata. diciamo relativamente poiché a circa 100 metri di distanza in linea d’aria vi è un’abitazione civile.

L’azienda aumentando la mole di lavoro aumenta anche le sorgenti di rumore: vengono posizionate all’interno di un nuovo capannone di circa 600 m2 di superficie alcune macchine per il taglio della pietra ed alcune postazione per la lavorazione manuale con utensili elettrici o pneumatici delle lastre.

Gli operai in particolare decidono di effettuare alcune lavorazioni che richiedono l’ultilizzo di smerigliatrici o frese portatili e generano quantità rilevanti polvere nel piazzale antistante il capannone. tali lavorazioni sono particolarmente rumorose ed impattano sul clima acustico dell’area.

A seguito di denuncia presso il comune da parte degli abitanti delle limitrofe abitazioni viene richiesto il rispetto dei valori di emissione acustici ai sensi del D.P.C.M. 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”.
L’azienda si rivolge ad Unitech per effettuare le misure strumentali necessarie atte a definire la “situazione acustica” esistente.
Le misure evidenziano effettivamente una problematica, in quanto al perimetro dell’azienda non vengono rispettati i valori di immissione.

Si decide quindi di’accordo con la proprietà e con gli enti di controllo di chiedere una proroga di 3 mesi, periodo nel quale verranno approntate le misure tecniche valide affinché l’azienda ottemperi alle richieste del comune.

Gli interventi proposti dai tecnici Unitech consistono in:
  • isolamento acustico delle pareti di facciata del capannone e delle superfici apribili esistenti (portone);
  • chiusura delle superfici aperte verso l’esterno, in particolare era presente una striscia di 20 cm tra il tetto del capannone ed i muri perimetrali aperta per favorire il ricambio d’aria dei locali;
  • segregazione tramite apposite pennellature dei macchinari fissi per il taglio della pietra presenti all’interno del capannone;
  • portare le lavorazioni che venivano effettuate nell’area esterna all’interno del capannone.

Non costituiva invece fonte rilevante di inquinamento acustico il modesto incremento di traffico veicolare dovuto all’ampliamento dell’attività.
Con tali accorgimenti di fatto l’azienda rispettava i limiti acustici al perimetro della proprietà presenti nell’area.
Contemporaneamente alla realizzazione dei sistemi per contenere l’emissione di rumore verso l’esterno, si è provveduto ad analizzare le ricadute che questa nuova organizzazione del lavoro avrebbe avuto sull’igiene del lavoro degli operai.
In particolare l’abbattimento delle polveri generate dalle lavorazioni effettuate con  strumenti manuali è stato realizzato con piani di lavoro aspirati con abbattimento a velo d’acqua. E’ stato misurato il livello equivalente di rumore generato dalle lavorazioni effettuate dagli operai e prescritto l’utilizzo di idonei otoprotettori dove necessari ai sensi del D.Lgs.81/08.